Curioso Tango Argentino
Rubriche
Aneddoti e curiosità sul Tango Argentino, le origini, la storia, gli interpreti, le particolarità di questo meraviglioso ballo.
Il mandriano delle Pampas...
Il "Gaucho" è una figura chiave nella Storia del Tango Argentino, tra mito e realtà. Si collega alla cultura e al folklore dell'Argentina stessa. Il "Gaucho" è il mandriano delle pampas, una specie di cowboy selvaggio, nato nel XVIII secolo, duro e solitario, che ama vivere lontano dalle città. Mezzo indio e mezzo spagnolo è un "nomade a cavallo", armato di coltello e "chitarra". Incerta è l'etimologia del termine "gaucho"; si pensa che derivi dalle lingue "quechua", native del Sud America, da "huacho" ovvero "senza madre". Al tramonto, i Gauchos potevano metter piede nelle città o nei villaggi. Si recavano nei locali e chiedevano alle ragazze del luogo di ballare con loro. La tradizione narra che le donne erano "costrette" a ballare con la testa all'indietro per non respirare l'odore di sudore e di cavallo del gaucho, tenendo una mano sempre vicina al fianco dell'uomo, nei pressi della tasca, a rappresentare che a fine ballo, avrebbero preteso di essere pagate. Una forma primordiale di Tango Argentino, alle origini di questa meravigliosa danza... leggenda e folklore.
Tanti stile per un unico meraviglioso ballo!
Il Tango Argentino può essere ballato seguendo vari stili che appartengono a determinate fasi storiche o che si rifanno a particolari interpreti o Quartieri di Buenos Aires. Il "Canyengue" è un tango antico, primordiale, legato alla nascita del tango stesso, l'essenza stessa di questo ballo. Il termine, di origine africana, indicava il "passo d'uomo"; si comprende come il tango sia legato anche ai ritmi portati in Sud America dagli schiavi neri. Nato sul finire del 1800, il "Canyengue" fu ballato fino agli anni '30 del '900 per poi essere abbandonato a favore di altri stili. Il "Canyengue" è il tango dei sobborghi, delle periferie cittadine, il "tango da strada", caratterizzato da un abbraccio spavaldo, piuttosto lontano dai canoni tipici del tango argentino. Le figure sul posto sono molto marcate, i passi veloci, brevi e ritmati, i movimenti rapidi. Il "Canyengue" è un tango giocoso, quasi "provocatorio". Caratteristica di questo stile è la "corrida", una serie di passi piccoli e rapidi che assomigliano a una corsa. Le guance dei ballerini sono spesso a contatto mentre entrambi guardano nella stessa direzione. Infine, l'abbraccio dell'uomo è più basso, (appena sopra la vita), rispetto a quello della donna (la spalla). "El Cachafaz", al secolo José Ovidio Bianquet, mitico ballerino di tango, interpretava questo stile. Il "Canyengue" dopo gli anni '40 cadde nell'oblio tanto che si pensava che non esistesse più nessuno in grado di eseguirlo. Ultimamente, diversi ballerini e maestri lo hanno riscoperto, riportando in pista tutto lo splendore del tango delle origini.
Cosa significa il termine Milonga?
L'etimologia di questa parola è incerta. Si ritiene che derivi da un dialetto africano e nello specifico da una lingua angolana. Significa letteralmente "confusione", "chiacchierio", "litigio". Parliamo della "Milonga", parola che si riferisce a ben tre contesti, legati tra loro ma diversi nel significato. La Milonga è un genere musicale folkloristico della regione del Rio de la Plata, simile al tango e alla habanera; ha un ritmo marcato e in esso confluiscono elementi tipici della musica africana. La Milonga è una danza popolare di origine uruguaiana nata nei primi anni del 1800, spesso confusa con il tango. Infine, la Milonga è la sala da ballo, il luogo dove la danza milonga è praticata. I "milongueros" hanno a disposizione uno spazio molto ampio per ballare con un pavimento ben levigato. Negli anni, la Milonga diviene il luogo di incontro di tutti coloro che vogliono ballare la milonga, il tango o il vals criollo. Piccola curiosità. Esiste persino un film dal titolo "La Milonga", girato nel 2008 in Argentina. Ambientato nel 1920, ai tempi del grande Gardel, narra la storia di una giovane donna che, a Buenos Aires, entra a contatto con il fascinoso mondo del tango e delle milonghe.
Il Tango Flamenco è parente del Tango?
Per molto tempo, in passato, gli storici hanno pensato che il tango argentino e il tango flamenco fossero stretti parenti. Il tango flamenco è un genere ("palo") del flamenco la cui origine è della regione di Cadice in Andalusia. Come ballo è nato sul finire del 1700, dunque prima del tango argentino. Si credeva erroneamente che il tango argentino fosse una sorta di "derivazione" del tango flamenco e che entrambi condividessero un antenato comune in un'antica danza europea di stile simile al minuetto. La musica del tango flamenco è arrembante, allegra, dai ritmi incalzanti dettati dal suono della chitarra. La danza è calda e sensuale. Tango flamenco e tango argentino condividono ovviamente la somiglianza del nome e il doppio colpo ritmico, ma gli attuali studiosi della materia non li considerano più come danze correlate. La parentela, salvo nuove scoperte, sembra essere stata archiviata per sempre.
L'anima dell'Orchestra di Tango... il bandoneón.
Il bandoneón è un tipo di fisarmonica, parente prossimo della concertina, che si è affermato come uno degli strumenti protagonisti nelle Orchestre di Tango Argentino. La sua origine è particolare: fu inventato dal musicista tedesco Heinrich Band nell'800. Nacque come strumento per la musica sacra ma in patria non fece molto successo. All'inizio del XX secolo, gli emigrati tedeschi lo portarono in Argentina, dove il bandoneón riscosse un gran successo nella musica locale. Il bandoneón presenta tasti su entrambi i lati, 38 per il registro acuto e 33 per il grave. Tra i grandi personaggi della storia del tango che resero il bandoneón l'assoluto protagonista delle sue Orchestre, troviamo Aníbal Troilo, attivo fino agli anni '70 e soprannominato appunto "El Bandoneón de Buenos Aires
"El Rey del Tango"
Il soprannome "Il Re del Tango" appartiene a Bernabé Simarra, vissuto tra il 1870 e il 1940. Le notizie su questo personaggio sono piuttosto scarse. Si sa che vinse diverse gare di ballo a Buenos Aires e a Montevideo. L'artista francese di varietà e ballerina di tango, "Papillon", lo invitò a Parigi. Nel vecchio continente, Simarra diede il meglio di sé, Si travestì infatti da "Gaucho", incarnando la figura più classica e rinomata del folklore argentino e ballando tra l'apprezzamento del pubblico... Il suo successo fu roboante, tale da portarlo a Venezia, a insegnare tango nel prestigioso Hotel Excelsior. Negli anni '20 lo ritroviamo a Barcellona, nelle grazie dell'alta società catalana. In Spagna si costruì una fortuna in proprietà terriere. Allo scoppiò della guerra civile, fu costretto a fuggire, tornando a Montevideo. Ormai in povertà, Simarra morì intorno al 1940. Parte della critica postuma lo ritiene un buon ballerino che ha sfruttato la figura del "Gaucho" per fare successo, altri lo annoverano tra i più grandi ballerini della storia del tango. In ogni caso Bernabé Simarra è "El REy del Tango"...
Un ballerino tra mito e realtà... "El Cachafaz".
Mascalzone,
spudorato, canaglia e insolente... questi erano i significati del suo
soprannome in lunfardo. Si era guadagnato il nomignolo di "El
Cachafaz" in gioventù per la sua fama di novello "Casanova". Era
corpulento, dal viso butterato e dai tratti "indios", originario di
Mar del Plata, nella provincia di Buenos Aires, in Argentina, dove nacque il
14 febbraio del 1885. Il suo nome si è legato
alla Storia del Tango Argentino e la sua esistenza si è tinta di leggendario.
Parliamo di José Ovidio Bianquet, il più grande ballerino di tango di tutti i
tempi. In coppia con Carmencita Calderon, si esibì nei più famosi locali di
Buenos Aires, negli Stati Uniti, fino a Parigi. Elegante nel ballo, brillava
per il senso del ritmo e per la sua capacità di introdurre sempre nuovi passi.
Rinomato anche il suo abbigliamento: giacca rigorosamente nera con pantalone
classico a strisce nere e grigie o smoking. Morì poco prima di compiere 57
anni, il 7 febbraio del 1942, appena terminata un'esibizione di tango con
Carmencita nel locale "El Rancho Grande" di Mar del Plata. La sua
esistenza è condita di tanti aneddoti e qualcuno ha rilanciato persino la
teoria che "El Cachafaz" non sia mai esistito... come ogni mito che
si rispetti.
Tango & Cinema... binomio perfetto!
Il rapporto tra il tango argentino e il cinema è
sempre stato proficuo. Dal primo film sonoro argentino datato 1933 e intitolato
appunto "Tango!" con la grande Tita Merello ai giorni nostri, non
contando le tante pellicole "mute" dedicate al tango che dal 1924 in
poi animarono le sale di proiezione con l'ausilio di vere e proprie orchestre
dal vivo. "Scent of a Woman - Profumo di donna" è un film del 1992
con protagonista Al Pacino. La pellicola è il remake dell'omonimo film diretto
da Dino Risi e interpretato da Vittorio Gassman. Il ballo che possiamo vedere
nel video, (in lingua originale), segna una delle scene di tango argentino più
famose della storia del cinema.
Un amore con la malinconia del Tango Argentino.
Parliamo
di un grande amore, quello tra Tita Merello, indiscussa "Regina del
Tango" e Luis Sandrini, celebre attore e umorista argentino. Correva
l'anno 1942 quando tra i due, che già si conoscevano da anni, esplose l'amore.
Sandrini era un noto "Casanova", un uomo galante dall'indiscusso
fascino: le donne erano la sua debolezza. Tita si distingueva per la passione e
l'ardore che metteva nei suoi ruoli di attrice, cantante e ballerina. Stesso ardore con il quale viveva il quotidiano. L'amore per
Sandrini la travolse come un fiume in piena. I due furono la "coppia del
momento" per alcuni anni. Tita, donna ribelle per antonomasia, dedicò
tutta se stessa all'uomo, rinunciando persino a diversi ruoli in teatro. Nel
1948 i due si separarono per motivi professionali. Sandrini volò in Spagna e
dalla Spagna tornò con in tasca un nuovo amore, quello per la giovane attrice
Malvina Pastorino. La Merello mai accettò questo triste epilogo. Non si legò
più a nessun altro uomo e la sua solitudine divenne quasi
"patologica", trovando sfogo solo nell'ambito lavorativo nel quale
Tita si consacrò nell'Olimpo dei più grandi interpreti del Tango Argentino.
Il ballerino di Tango Argentino e le sue scarpe da ballo.
Chi balla tango argentino può farlo con qualunque tipo
di scarpa? Assolutamente no! Sia gli uomini che le donne devono scegliere le
proprie calzature da ballo con cura e dedizione. Vediamo qualche
raccomandazione per gli uomini. I ballerini hanno a disposizione scarpe
rigorosamente chiuse, classiche o sportive. Possono essere di pelle a tinta
unita o in diversi colori con lavorazioni a motivi. La suola non deve essere
rientrata rispetto alla scarpa; resistente e rigida, in cuoio, bufalo
scamosciato o gomma rigida, può essere dotata di un rinforzo metallico per
assicurare stabilità nei movimenti. La scarpa da tango per l'uomo si avvale
anche di un tacco dai 3 ai 5 cm di altezza. Cosa evitare? Le suole in gomma
morbida che non permettono movimenti fluidi e le suole usurate che possono
comportare rocamboleschi scivoloni. Inoltre il tanguero non dovrebbe mai
indossare scarpe con cuciture sporgenti o pailettes per evitare di rovinare le
calze della propria partner.
"El Tango de Roxane"...
Nel 2001 il famoso film musical "Moulin
Rouge!" presentava una scena di tango al suono di una canzone intitolata
per l'occasione "El Tango de Roxane". Questa pellicola vantava la
particolarità di avvalersi di tutti brani celebri nella storia della musica,
rivisitati e remixati. "El Tango de Roxane" altro non è che la
reinterpretazione del celebre singolo del gruppo musicale britannico "The
Police" dal titolo "Roxanne" (1978). "Roxanne" è stata
inserita da "Rolling Stones" tra le 500 canzoni migliori di tutti i
tempi. Sting l'aveva concepita come una bossa nova ma alla fine ebbe il ritmo
di un tango, aspetto che segnò il suo successo internazionale.
"Roxanne" è stata scritta dal punto di vista di un uomo che si
innamora di una prostituta. Interessante notare che "Mi noche
triste", il primo tango cantato da Carlos Gardel nel 1915, raccontava
proprio la storia di un giovane che aveva perso la testa per una prostituta.
Articolo a cura di Andrea Contorni R.
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