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Giuseppe Giambuzzi El Tarila

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Un ballerino venuto dall'Italia

Giuseppe Giambuzzi (Josè Giambuzzi), detto "El Tarila" nacque in Italia nel 1889. Si trasferì con la famiglia in Argentina all'età di sei anni, stabilendosi a Buenos Aires, nel barrio di Belgrano. Iniziò a ballare il Tango nel 1910 frequentando gli allegri e affollati locali nei pressi del Mercado de Abasto di Buenos Aires. Tutti lo chiamavano "Peppino", diminutivo del suo nome di battesimo "Giuseppe". Divenne un apprezzato interprete di Tango già nel 1915 ma raggiunse l'apice della sua carriera artistica negli anni '40, continuando a ballare per altri vent'anni. Se ne andò il 21 agosto del 1961 all'età di 72 anni. "El Tarila" è considerato tra i più grandi ballerini di Tango della prima metà del '900, subito dietro Casimiro Aìn e il mitico "El Cachafaz". Pur non dotato di un aspetto fisico particolarmente attraente, calvo e con un naso pronunciato, si distingueva per una straordinaria tecnica di ballo, frutto di talento e di un'innata abilità. La sua compagna di ballo fu la moglie Magdalena. Nel 1932 conobbe al Club Sin Rumbo di Villa Urquiza, Carmencita Calderón con la quale ballò in successive esibizioni. Infine la presentò a Carlos Gardel e a El Cachafaz (Ovidio José Bianquet) che la prese come compagna di ballo per oltre dieci anni. Tornando a Josè Giambuzzi, nel momento di sua maggiore popolarità, fu chiamato a dirigere l'Accademia di danza popolare. Le notizie sulla vita di questo grande ballerino di Tango terminano qui, mancando di fatto una biografia ufficiale, non reperibile né in rete né in formato cartaceo. Tutto quanto sappiamo di Giambuzzi è ricavato da articoli giornalistici del tempo e da testimonianze di chi ebbe l'onore di conoscerlo.

L'evoluzione del ballo del Tango

Vale la pena aprire una breve parentesi sull'evoluzione della coreografia del Tango stesso per comprende al meglio l'epressione artistica dello stesso "El Tarila". Partiamo dal presupposto che fin dalla sua origine, la coreografia del Tango si è sempre adattata e adeguata ai luoghi e ai momenti storici che ha attraversato, forgiandosi ovviamente sui gusti, sulle iniziative artistiche e sul talento di chi la praticava. Tanti passaggi e fusioni che hanno segnato le tappe di una straordinaria evoluzione dagli ultimi anni del 1800 fino ai giorni nostri. Nel Tango primitivo si ballava su musiche di vario tipo, vals, habanera e milonga. I passi erano quasi sempre gli stessi per tutti e tre i ritmi. Si copiavano i movimenti che i neri eseguivano nel candombe, uno stile di musica e di danza che emigrò in Uruguay con gli schiavi provenienti dall'Africa e che si  diffuse in forma minore anche in Argentina, in Brasile e in Paraguay. Nei primi decenni del 1900, i ballerini di Tango cominciarono a dare sempre più importanza al piano coreografico e ai disegni, realizzati idealmente muovendo i piedi senza sollevarli dal pavimento. L'evoluzione del Tango continuò nei successivi vent'anni (dal 1920 al 1940), quando nacquero alcune delle figure in vigore ancora oggi. Il ballo divenne sempre più "estetico" dando priorità all'eleganza e alla postura. L'epoca d'oro del Tango era ormai alle porte ed esordì proprio sul finire degli anni '40. Le milonghe si riempirono di ballerini e di praticanti. Si ballò tantissimo, si compose e si scrisse Tango. La popolarità ormai diffusa portò a una sorta di stilizzazione del Tango che perse i suoi connotati originali finendo stravolto e in certo senso "tradito", quasi snaturato. Negli anni '50, soppiantato da altri balli, il Tango perse importanza. Ma il celebre ballo argentino riuscì a superare la crisi che rischiava di farlo scomparire dalle sale da ballo. Tornò infatti sulla scena negli anni '70 con ancor più vigore e forza evolutiva. I piedi si sollevarono da terra e le figure da eseguire si moltiplicarono, rendendo le esibizioni di Tango, uno spettacolo di vitalità artistica, di tecnica e di preziosismi stilistici senza eguali nella storia. L'Italia può vantare in Giuseppe Giambuzzi, uno dei più grandi ballerini di Tango tra quelli vissuti nella prima metà del 1900. Quasi un pioniere, all'iniziò della grande evoluzione di un ballo meraviglioso e ricco di emozioni e sensazioni.

Articolo a cura di Andrea Contorni R.

Note, bibliografia e sitografia
- "T come Tango" di Meri Lao, Elleu Multimedia, 2001.
- "Tango y Tangueros" di Silverio Valeriani, Edizioni Mediterranee, 2008.
- Per immagini e fotografie: dove non diversamente specificato, pubblico dominio da fonte Wikipedia.
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Josè (Giuseppe) Giambuzzi detto "El Tarila"
Astor Piazzolla a "Canal 13" nel 1963
Ovidio Jose Bianquet "El Cachafaz" (1885-1942)
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