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Carlos Gardel

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Charles Romuald Gardès nacque a Tolosa in Francia l’11 dicembre dell’anno 1887. Alcune fonti riportarono la città di Tacuarembò in Uruguay come suo luogo di nascita. La controversia si originò da un documento falso presentato dall’uomo allo scoppio della Prima Guerra Mondiale: voleva evitare, da cittadino francese, di andare al fronte e ci riuscì. Era figlio di una relazione adulterina e all’età di due anni si trasferì con la mamma, Berthe Gardès, a Buenos Aires in Argentina. Gira anche la storia che in realtà fosse figlio di un ricco possidente uruguaiano, nato in seguito alla relazione di questo con la nuora. Il “figlio del peccato” sarebbe stato affidato a una compagnia teatrale di passaggio della quale faceva parte la madre adottiva di Gardel. Insomma, come tutti i miti che si rispettano, era quasi logico che la nascita dello straordinario artista fosse avvolta da un alone di leggenda. Negli ambienti tangheri, quando qualcuno crede di essere il migliore gli si dice col sorriso sulle labbra “E chi sei?... Gardel?”. Charles Romuald Gardès cambiò il suo nome nel più sudamericano Carlos Gardel e divenne appunto il più grande interprete al mondo del tango.

Carlos Gardel  

Carlos trascorse un’infanzia e un’adolescenza tra alti e bassi, tra povertà e piccole bande di delinquenti locali, abbandonando presto gli studi e finendo coinvolto in qualche reato minore. Manifestò però fin da subito una grande passione per il canto e la musica, possedendo una bella voce da baritono. Dal 1910 in poi iniziò a frequentare teatri e spettacoli, cantando nelle feste private ed entrando a far parte del suo primo trio con il quale si dedicò soprattutto alle canzoni popolari argentine. In coppia con il cantante José Razzano raggiunse il successo esibendosi persino nel cabaret Armenonville, prestigioso salotto culturale e musicale di Buenos Aires. Il 1915 lo vide impegnato in una tournée in Brasile dove conobbe il grande tenore italiano Enrico Caruso. Il 1917 fu l’anno della svolta per Gardel; durante una esibizione al Teatro Empire di Buenos Aires, decise di cantare per la prima volta un tango. Il suo compagno artistico di una vita, Josè Razzano, lo abbandonò da solo sul palco. Gardel non si fece intimorire e cantò “Mi noche triste”, un testo del 1915 dei poeti argentini Castriota e Contursi. Narrava di un giovane innamorato di una prostituta. Il motivo era struggente, ben lontano dalle atmosfere allegre del tango suonato e ballato nei bassifondi di Buenos Aires. Fu un successo incredibile, capace di entrare nei cuori del pubblico. Negli anni successivi Gardel incise più di 900 tanghi e alla sua carriera da cantante se ne affiancò una da attore stimato e ricercato.

Carlos Gardel a New York  Carlos Gardel

Dal 1920 in poi, Gardel intraprese numerosi viaggi e tournée portando i suoi tanghi fuori dall’Argentina fino in Europa. Si esibì al Teatro Apolo di Madrid, al Goya di Barcellona, al Fémina di Parigi, in Italia e ancora in Francia all’Opera di Parigi. Le trasferte continuarono nel decennio successivo: Gardel fece sfoggio della sua voce in Costa Azzurra, a Londra, a Vienna, a Berlino, negli Stati Uniti dove alternò la sue attività di musicista e attore a diverse ospitate in trasmissioni radiofoniche. Il tango cantato di Gardel si distaccava dalle sue origini popolari per trasformarsi in un fenomeno culturale piuttosto raffinato e alla moda, nelle corde delle classi agiate e benestanti sudamericane e del vecchio continente. La Paramount non si fece sfuggire un simile talento offrendogli di recitare in numerosi film sonori drammatici e sentimentali. “Tengo miedo” del 1930, “La casa es seria” del 1933, “El tango en Broadway” del 1934, “Tango Bar” del 1935 sono solo alcune delle pellicole che lo videro protagonista. Durante le riprese del film “El dìa que me quieras” nel 1935, Gardel conobbe un giovanissimo Astor Piazzolla, prendendolo a ben volere. Purtroppo il 1935 entrò nella storia come un anno tragico per il grande Gardel. Il 24 giugno, nel pieno dell’ennesima tournée di successo nei paesi del Sud America, durante uno scalo a Medellin in Colombia, l’aereo sul quale viaggiava si scontrò con un altro velivolo in fase di decollo. Gardel morì insieme al suo gruppo di musicisti. Tra i suoi tanghi più famosi figurano “Silencio” del 1932, “Melodía de arrabal” del 1933, “Por una cabeza” e “El día que me quieras” del 1935.

Articolo a cura di Andrea Contorni R.

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